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DOMANDE SBAGLIATE NEI TEST: E’ POSSIBILE ANCORA IL SINDACATO GIURISDIZIONALE

Con sentenza n. 6480/2013 il Tar del Lazio ha affrontato nel merito la questione del sindacato giurisdizionale su quesiti dubbi o errati

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Il quesito in questione era il numero 38, riportante un pensiero di Garibaldi sulla composizione del parlamento, la cui corretta risposta avrebbe consentito al ricorrente di collocarsi in posizione utile.
La questione affrontata dallo Studio Avvocato Michele Bonetti & Partners nell’ordinanza 5499/2010, secondo cui non erano del tutto prive di fondamento le contestazioni sulle domande e in modo particolare la domanda su Garibaldi, era un quesito “in effetti equivoco”.
Il Consigliere relatore Biancofiore ripercorre il pensiero della giurisprudenza, che consente anche la perizia di parte, per sostenere la tesi del ricorrente in base al principio dell’onus incumbit ei qui dicit, ritenendone l’ammissibilità quando non contestata dalle parti costituite e prevedendone il libero apprezzamento del giudice, ma con l’onere di motivare qualora quest’ultimo ritenga di discostarsene.
La perizia prodotta in giudizio non fu opposta dall’amministrazione e, dunque, il Tar ha ritenuto di accogliere la censura in coerenza con quanto già statuito sull’introduzione delle perizie di parte con la sentenza n. 7729 del 13 settembre 2012 (in tale ultima sentenza è riferito con vigore come l’onere probatorio nel nuovo processo amministrativo sia ancora più stringente e come il Giudice debba porre a fondamento della propria decisione le prove proposte dalle parti nonché i fatti non contestati dalle parti costituite).
Pertanto l’università, secondo il giudicante, dovrà provvedere ad attribuire il giusto punteggio all’interessato di 1,25, attribuendogli anche uno 0,25 di penalizzazione. Il Tar del Lazio conclude annullando il decreto del Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nella parte in cui lo colloca in posizione non utile in graduatoria.

Ultima modifica il 21 Gennaio 2014