L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si pronuncia in ottemperanza sulla questione del riconoscimento dei titolo esteri. Condannato il Ministero alla definizione dei procedimenti entro il 30 giugno 2024
Pubblicato in La voce del diritto

Con sentenza n. 6 emessa in data 22 aprile 2024 per i giudizi n. 00008/2023 R.G. e n. 00009/2023 R.G., l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si è definitivamente pronunciata, accogliendo i ricorsi in ottemperanza proposti dalle aspiranti docenti di ruolo che avevano presentato domanda, ai fini del riconoscimento dei titoli di qualificazione professionale acquisiti all’estero per il conseguimento dell’abilitazione in Italia all’insegnamento.

In particolare, codesto Ecc.mo Collegio, in riscontro all’ordinanza istruttoria n. 17 pubblicata in data 4 dicembre 2023, con la quale lo stesso aveva richiesto al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione e del merito di esprimersi in merito all’adozione di “misure di razionalizzazione e di semplificazione delle (relative) procedure di riconoscimento”, al fine di “deflazionare l’arretrato accumulatosi presso gli uffici ministeriali – nel rispetto delle posizioni soggettive dei singoli interessati - e di contenere l’ingente contenzioso amministrativo sviluppatosi in materia”, ha affermato l’idoneità delle misure organizzative adoperate dal Ministero al perseguimento di tale scopo e la necessità di una celere definizione delle posizioni di tutti i richiedenti, che consenta l’assegnazione degli incarichi di docenza per il prossimo anno scolastico.

Invero, con specifico riferimento ai ricorsi in ottemperanza, l’Adunanza Plenaria ha precisato come le domande di riconoscimento dei titoli delle ricorrenti non risultino ancora definite, nonostante il favorevole giudicato derivato dall’annullamento dei dinieghi precedentemente avanzati dall’Amministrazione.

Il Consiglio di Stato, dunque, esorta il Ministero definire tutte le posizioni soggettive dei richiedenti il riconoscimento del titolo estero entro il 30 giugno 2024.

Il Collegio ha altresì riconosciuto come, in caso di perdurante inottemperanza al dictum giurisdizionale da parte del Ministero, sia sempre possibile per le stesse sottoporre al vaglio di tale organo giudicante l’adozione di misure che agevolino la definizione delle loro posizioni e ha condannato il Ministero alle spese processuali.

 

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si pronuncia in ottemperanza sulla questione del riconoscimento dei titolo esteri. Condannato il Ministero alla definizione dei procedimenti entro il 30 giugno 2024
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Con sentenza n. 6 emessa in data 22 aprile 2024 per i giudizi n. 00008/2023 R.G. e n. 00009/2023 R.G., l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si è definitivamente pronunciata, accogliendo i ricorsi in ottemperanza proposti dalle aspiranti docenti di ruolo che avevano presentato domanda, ai fini del riconoscimento dei titoli di qualificazione professionale acquisiti all’estero per il conseguimento dell’abilitazione in Italia all’insegnamento.

In particolare, codesto Ecc.mo Collegio, in riscontro all’ordinanza istruttoria n. 17 pubblicata in data 4 dicembre 2023, con la quale lo stesso aveva richiesto al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione e del merito di esprimersi in merito all’adozione di “misure di razionalizzazione e di semplificazione delle (relative)procedure di riconoscimento”, al fine di “deflazionare l’arretrato accumulatosi presso gli uffici ministeriali – nel rispetto delle posizioni soggettive dei singoli interessati - e di contenere l’ingente contenzioso amministrativo sviluppatosi in materia”, ha affermato l’idoneità delle misure organizzative adoperate dal Ministero al perseguimento di tale scopo e la necessità di una celere definizione delle posizioni di tutti i richiedenti, che consenta l’assegnazione degli incarichi di docenza per il prossimo anno scolastico.

Invero, con specifico riferimento ai ricorsi in ottemperanza, l’Adunanza Plenaria ha precisato come le domande di riconoscimento dei titoli delle ricorrenti non risultino ancora definite, nonostante il favorevole giudicato derivato dall’annullamento dei dinieghi precedentemente avanzati dall’Amministrazione.

Il Consiglio di Stato, dunque, esorta il Ministero definire tutte le posizioni soggettive dei richiedenti il riconoscimento del titolo estero entro il 30 giugno 2024.

Il Collegio ha altresì riconosciuto come, in caso di perdurante inottemperanza al dictum giurisdizionale da parte del Ministero, sia sempre possibile per le stesse sottoporre al vaglio di tale organo giudicante l’adozione di misure che agevolino la definizione delle loro posizioni e ha condannato il Ministero alle spese processuali.

 

Vizio dell’anonimato: il peccato originario
Pubblicato in Editoriale

Correva l’anno 2007 ed in un test, molto similare a quello attuale, venivano adottate modalità di svolgimento della prova non sufficienti a garantire l’anonimato.

Nel test del 2007, pregno di brogli e procedimenti penali riuniti dalla Procura di Roma per le varie sedi universitarie della Repubblica, il problema nasceva dalla presenza all’interno della scheda anagrafica, oltre al nome e cognome del candidato, di un codice alfanumerico posto immediatamente sotto il codice a barre.

L’alto Commissario per l’Anticorruzione propose così l’eliminazione di detto codice: levando quella semplice riga dal test l’anonimato non sarebbe più stato leso. Come del resto accade in quasi tutti gli altri concorsi pubblici le cui prove preselettive iniziano col test.

Il codice a barre, infatti, rimane comunque leggibile, nel senso che dalla lettura ottica si evince proprio il codice segreto; basta un qualsiasi smartphone dotato di un’applicazione gratuita scaricabile da Google per leggere tali codici; proprio come accade quando si fa la spesa in un supermercato: su ogni prodotto vi è un codice a barre senza un “numero segreto”.

VIOLAZIONE DELL’ANONIMATO: DOPO L’ADUNANZA  PLENARIA IL PRINCIPIO PASSA ANCHE AL CONSIGLIO DI STATO
Pubblicato in Altri diritti

La sezione VI° del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale con ordinanza n. 251 del 2014 ha accolto l’istanza cautelare di una nostra ricorrente.
La vicenda concerne la nota questione della violazione dell’anonimato nei concorsi pubblici più volte affrontata nella nostra rivista

Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato: Concorsi pubblici a rischio per violazione dell’anonimato
Pubblicato in Altri diritti

E’ un problema che rinveniamo in quasi tutti i concorsi pubblici italiani, in cui vengono spesso violati i principi di segretezza che devono essere sottesi ad ogni prova scritta concorsuale.