Di seguito troverete, sotto forma di dieci Faq, alcune anticipazioni dell’attività formativa in cantiere nonché un breve excursus del rapporto tra il diritto e la letteratura, un breve assaggio di quello che a partire dal 28 ottobre prossimo sarà il banco di prova e di confronto per studenti, professori e cultori della materia.
Perché diritto e letteratura?Anche un’opera letteraria può costituire, per certi versi, un mezzo di approccio al diritto, il quale con i suoi risvolti pratici e teoretici rappresenta il filo conduttore, la ninfa vitale dei principali pilastri che sorreggono la nostra società.
La tradizione eccellente degli studi giuridici teorici rappresenta al tempo stesso il nostro punto di partenza e di arrivo; il nostro obiettivo è costruire un canale di scambio in primis per gli studenti, universitari e non, ma anche uno spunto di riflessione per i giuristi accademici e per i diversi esponenti delle professioni forensi.
Quali le origini?Questo spazio di incontro appena descritto prende il nome dal movimento noto come “Diritto e letteratura” che nasce per convenzione nel 1973, anno di pubblicazione dell’opera di James Boyd White The Legal Imagination , dove l’autore sostiene che lo studio della letteratura sarebbe fondamentale per il curriculum di studi del giurista in quanto “gli studi letterari avrebbero qualcosa di particolare da dire sul diritto e sull’interpretazione giudiziale”.
“Law and Literature” è stato agli albori un movimento relativamente marginale, limitato soprattutto all’analisi del contenuto giuridico di grandi classici della letteratura (Dickens, Kafka, Melville); gradualmente se ne è avuta però una sensibile diffusione, anche oltre i confini statunitensi. Si è assistito così all’affermarsi dei corrispondenti “Recht und Literature”, “Droit et letterature”, “Derecho y literatura” ed al nostro, appunto, “Diritto e letteratura”.
L’evoluzione: lo studio della letteratura applicata al diritto.Il movimento detto Diritto e Letteratura (Law and Literature), come abbiamo detto, nasce negli Stati Uniti quasi quarant’anni fa, annoverando tra i primi apostoli James Boyd White.
Anche in Italia non mancano significative esperienze e corsi, come quello della facoltà di Giurisprudenza di Torino, diretto da Pier Giuseppe Monateri, e quello di Roma Tre, che ha visto tra gli altri gli interventi – oltre che di Emanuele Conte che lo dirige – di Eligio Resta, di Vincenzo Zeno Zencovich, nonché di associazioni (come l’AIDEL – Associazione Italiana Diritto e Letteratura, e la SIDL - Società Italiana di Diritto e Letteratura ) alle cui attività partecipano giuristi come Francesco Galgano, Luigi Lombardi Vallauri, Eugenio Ripepe, Umberto Breccia, e che si caratterizzano per una forte interazione con analoghe esperienze europee.
In che senso esiste un rapporto tra diritto e letteratura?Quello che può con certezza sostenersi è che da sempre diritto e letteratura intrecciano un rapporto strettissimo. Oltre alle opere, lo dimostrano le biografie di molti celebri giuristi, e di altrettanti scrittori e filosofi.
Cicerone e Seneca erano avvocati; filosofi, letterati ed uomini di stato come Tommaso Moro, Bacone e Montesquieu avevano una preparazione giuridica; Dickens fece il garzone di studio (e poi il cronista giudiziario); nel novecento Jorge Amado, un poeta come Wallace Stevens, John Luther Long (l’autore di Madama Butterfly) o Bernardo Guimaraes, il creatore della Schiava Isaura, erano tutti giuristi; in Italia, bastino i nomi di Salvatore Satta e di Francesco Galgano, oggi di Michele Salazar. Scrittori, quindi, sia di generi “alti” che di più popolari, per non parlare dei protagonisti di alcuni filoni letterari oggi molto frequentati (dai gialli ai veri e propri legal thriller).
• Di solito il binomio diritto/letteratura viene affrontato sotto due profili. Si parla di “diritto nella letteratura”, quando l’accento è posto sulla riflessione intorno a tematiche giuridiche riscontrabili in opere letterarie: è spontaneo rammentarsi quale rilievo abbia il diritto nelle creazioni di Rabelais e Cervantes, Shakespeare e Milton, Balzac e Dickens, Tolstoi e Dostoesvskij, Hugo, Kafka, Gide e quanti altri.
• Parlare invece di “diritto come letteratura” presuppone un approfondimento più ambizioso nello studio delle “regole” proprie di uno dei generi letterari appartenenti alla galassia giuridica (dal testo normativo alla monografia, dal saggio breve all’articolo, dal provvedimento giudiziale all’atto di parte) sotto le specie dell’ermeneutica e della stilistica giuridica. Anche negli Stati Uniti e nei corsi di formazione delle Law School questi sono i due approcci più noti: basti scorrere qualche programma di studi.
• Ve ne è sicuramente almeno un terzo, che è quello storiografico, sotto forma di storia del diritto; la migliore comprensione di un fenomeno giuridico può essere sicuramente agevolata da una ricostruzione dell’ “ambiente” sociale e professionale che ne ha visto la genesi e poi lo sviluppo.
Due sfere parallele?I mondi del diritto e della letteratura potrebbero essere raffigurati come due sfere parallele: entrambe annoverano tra i loro scopi quello di dare attraverso il linguaggio una “forma” alla realtà, entrambe portano spesso i loro interpreti ad un’attività che tende ad andare “oltre” la mera rilevazione del dato letterale del testo da affrontare.
Forma e visione nella comprensione della realtà, il “cerchio magico” in cui confluiscono questi mondi che nel tempo hanno imparato a confrontarsi.
Sia nell’affrontare questioni interpretative dai caratteri ambigui, sia nelle scelte esegetiche volte a dare un “significato” alla parola, emerge chiaramente secondo gli autori del movimento come schemi e istituti di carattere giuridico siano utili nell’approfondimento di testi letterari e come, altresì, approcci e punti di vista di carattere letterario possano ampliare lo studio della legge. Anche Weisberg sottolinea il legame inscindibile tra i due sistemi culturali: “le storie sul diritto nei grandi classici della letteratura offrono narrazioni preziose per i giuristi quanto ogni altra tecnica di critica letteraria” .
Che ruolo ha la letteratura nella formazione del giurista?Il ruolo della letteratura nella formazione del giurista è essenziale: un’opera letteraria può fornire infatti da un lato il “codice” interpretativo di un testo (in particolare di un testo normativo), e dall’altro può dare al giurista, specialmente all’avvocato, se non la risposta, quantomeno gli strumenti per affrontare con successo il problema.
La presenza della letteratura nei corsi giuridici era affermata sin dai tempi di Cardozo, per giungere fino a Dworkin, nella variante del “diritto come letteratura”.
Come sarà articolato il programma del corso?L’attività formativa Diritto e Letteratura si propone di spiegare come da sempre diritto e letteratura intrecciano un rapporto strettissimo. Abbiamo già detto che a dimostrazione di ciò si pongono le opere (e le biografie) di molti celebri giuristi, e di altrettanti scrittori e filosofi. Per tale ragione gli argomenti oggetto del corso non potranno che seguire questa linea: verranno suggerite delle letture fin dalle prime lezioni frontali e si potrà discutere insieme agli autori delle opere. Interverranno ospiti come De Cataldo, Carofiglio, Caringella e molti altri.
Qual’è l’obiettivo principale di questa nuova attività formativa? Avvicinare i giovani, liceali e studenti universitari, al diritto, alla cultura e alla lettura. Crediamo che chi non è abituato ad aprire un qualunque libro diffidi del suggerimento di dedicarsi a testi che trattano di storia, di economia, di filosofia e specialmente di diritto. Esso, infatti, non coincide semplicemente con un sistema di regole e principi e non è riducibile a scelte politiche o interessi di classe. Il diritto piuttosto corrisponde ad una serie di modi di pensare, di aspettative, di visioni e di interpretazioni della realtà tradotte in norme, in regole giuridiche suscettibili di conformare la realtà, di darle un indirizzo, un orizzonte che nel tempo può cambiare.
Quali scopi vuole perseguire il modulo? Prima di tutto quello di suscitare l’interesse dei giuristi di ogni età e formazione al binomio diritto-letteratura. La finalità preminente è quella di far comprendere che quando ci si occupa contemporaneamente di diritto e di letteratura non si “divaga” ma si cura la propria formazione. Basti pensare che la stessa professione di Avvocato ha tra le sue caratteristiche essenziali quella del rapporto con gli “altri”. L’Avvocato, come noto, è “chiamato” ad affrontare e interpretare in una vita di frontiera i problemi di ogni giorno della gente. E la loro risoluzione richiede non solo preparazione ma anche spirito ed intraprendenza in un viaggio in cui la fantasia e la capacità di disegnare soluzioni richiedono forse una visione anche “letteraria” delle cose.
In più di un’occasione è stato affermato a ragione che chi non si commuove a leggere dell’ ”urlo di lupo” di Rosa nello scialle di Magda, o la descrizione di sapore cinematografico della rivelazione di Aleksej alla tastiera, o lo svelamento di Diadorim, potrà anche fare lo stesso l’avvocato: ma c’è da tremare all’idea di come lo farà.
Sempre tra gli scopi del corso si può annoverare sicuramente quello di chiarire in che modo schemi e istituti di carattere giuridico possano rivelarsi utili nell’approfondimento di testi letterari e come, altresì, approcci e punti di vista di carattere letterario possano ampliare lo studio della legge. La stessa Martha Nussbaum, importante studiosa di filosofia politica ed etica, in anni recenti, lavorando a Chicago insieme ad un altro famoso giurista, Richard Posner, individua un’altra motivazione, che crediamo ben espressa nelle parole di un avvocato al lavoro nella Law School di Charlotte, William Terpening: “Essere un avvocato di alto livello richiede stile, passione, una forte “bussola etica”, creatività, abilità argomentative maggiori di quelle che possono essere tratte dal mero studio dei casi”.
Che devo fare per iscrivermi? L’iscrizione è aperta a tutti coloro che abbiano interesse e curiosità per questo stimolante percorso che affronta lo sviluppo della presenza della letteratura nei corsi giuridici e che è incentrato sulla convinzione che la letteratura conferisca valori aggiunti al diritto: lo stimolo alla lettura, in linea generale, con un primo obiettivo che è l’ampliamento del repertorio degli argomenti e delle forme lessicali.
Agli studenti che frequentano il corso saranno attribuiti 3 CFU, previo superamento di una prova orale finale, secondo modalità che saranno chiarite nel corso delle lezioni.
Per iscriversi sarà sufficiente inviare nome, cognome e numero di matricola all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando nell’oggetto della mail “Iscrizione al modulo Diritto e Letteratura”.
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Invitandovi ad aderire numerosi al corso di Diritto e Letteratura, vi salutiamo con una citazione:
La letteratura “lega il giurista alla comunità più ampia della quale fa parte”.
(James Boyd White)
Università degli Studi “Roma Tre”
Dal 28 ottobre 2014 ogni lunedì e martedì alle 14,15
Attività formativa “Diritto e Letteratura”.