Con ordinanza n. 4155 pubblicata in data 7 settembre 2024, il Tar del Lazio, Sezione Terza Bis, disponeva la sospensione del provvedimento con cui il Ministero rigettava l’istanza di parte ricorrente intesa ad ottenere l’inserimento nelle GPS per le classi di concorso A060 – Tecnologia e A026 – Matematica.
Nel caso di specie, il ricorrente chiedeva all’Amministrazione di essere inserito in graduatoria con riserva del riconoscimento del titolo estero. L’Amministrazione inoltrava al ricorrente una richiesta, chiedendo il deposito di documenti e osservazioni tramite la piattaforma RPD e concedendo al ricorrente, come di consueto, un termine di 10 giorni.
In poche e semplici parole il Ministero ha rigettato la domanda di riconoscimento del titolo per la mancata ricezione di quei documenti che il ricorrente non ha potuto caricare sulla piattaforma RPD indicata dal Mistero, nonostante fosse in termini, perché la piattaforma era già chiusa e che, comunque, ha inoltrato a mezzo posta elettronica certificata.
Per tali ragioni il nostro studio ha provveduto a depositare dinanzi al TAR del Lazio un ricorso, nell’ambito del quale si chiedeva l’annullamento del rigetto previa l’emissione di un provvedimento cautelare. Vi è stata, dunque, una violazione della L. 241/1990 in quanto il Ministero non ha concesso il minimo di 10 giorni previsto tassativamente dalla legge per l’inoltro dei documenti e delle osservazioni.
Non sorprende infatti come la pronuncia del Tar sulla nostra richiesta dell’annullamento del rigetto abbia avuto esito positivo. In particolare il Tar del Lazio ha ritenuto “cheil rigetto impugnato, prevalentemente basato su carenze di tipo formale, non appare prima facie conforme ai principi dettati in materia dalla Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (in particolare sentenza n. 18/2022), posta la necessità di una verifica in concreto dei livelli di competenza professionale sottesi ai certificati e ai diplomi conseguiti, allegati dall’istante (cfr. TAR Lazio, IV-bis, nn. 7304 e 89/2024 e ord. n. 1144/2024).
Il Collegio ha ritenuto dunque che “sia meritevole di apprezzamento il pregiudizio derivante al ricorrente dal diniego impugnato, in quanto suscettibile di riverberarsi sugli incarichi lavorativi in essere e potenziali”.
Pertanto la domanda cautelare veniva accolta, con conseguente sospensione del provvedimento con cui il Ministero intimato ha rigettato l’istanza di parte ricorrente intesa ad ottenere il riconoscimento in Italia dell’abilitazione all’esercizio della professione di docente acquisita all’estero.
“L’annosa questione del riconoscimento dei titoli esteri volti all’esercizio della professione di docente in Italia, impegna ormai da tempo il nostro studio, che, con esperienza e caparbietà tutela i diritti degli istanti”, commenta l’Avv. Michele Bonetti, founder dello studio legale Bonetti & Delia. “Ladecisione del Tar difatti conferma, così come accaduto in altre occasioni, la fondatezza delle nostre richieste sul tema del riconoscimento dei titoli esteri.”